Doppio Sguardo. Riflessioni visive nasce dalle fotografie raccolte durante un progetto di ricerca di cinque anni che ha indagato il ruolo, le norme e gli usi della comunicazione visiva all’interno delle relazioni interpersonali in Svizzera.

Attraverso una narrazione attenta e grazie alla riflessione critica propria della ricerca scientifica, la mostra indaga la discrepanza tra lo stigma negativo associato ai selfie e le importanti funzioni sociali che tali pratiche visive possono avere per il mantenimento delle relazioni interpersonali, promuovendo una maggior comprensione delle pratiche fotografiche contemporanee e ravvivando il dibattito sulla cultura visiva e sulla sua adozione nella vita quotidiana.

Le immagini esposte nell’arco della mostra raccontano storie di vita quotidiana, dove anche le fotografie più semplici si caricano di significati personali che potrebbero non emergere al primo sguardo. Scattare una fotografia si rivela talvolta utile per catturare momenti importanti, sentirsi più vicini quando si è distanti, scherzare e giocare insieme, riscoprire emozioni che pensavamo di aver dimenticato e aiutarci a renderci, talvolta, un po’ meno fragili.

Eppure, scattare un selfie non è così scontato. Per quanto la pratica sia ormai diventata d’uso comune, mettersi in posa di fronte al proprio smartphone è spesso fonte di disagio. Lo sguardo collettivo, spesso fortemente normativo, viene talvolta percepito come giudicante e derisorio, andando così a minare il piacere e l’utilità di scattare una fotografia. E se le immagini diventano stupide, banali e fonte di egocentrismo, allora è forse più facile posare la fotocamera e giudicare chi, nonostante tutto, sceglie di scattarsi una fotografia.

I visitatori saranno invitati a seguire un percorso tematico dove potranno osservare diverse immagini da due prospettive contrastanti. Il doppio sguardo offerto per ogni fotografia consentirà di riflettere sull’incredibile varietà di usi e funzioni che le immagini possono avere all’interno di una relazione. A margine delle fotografie, alcune attività (opzionali) da svolgere in maniera autonoma consentiranno di mettersi in gioco e acquisire maggiore consapevolezza sullo stigma associato a certe pratiche visive e al ruolo positivo che queste possono avere nella nostra vita quotidiana.

Le immagini proposte, rigenerate con l’ausilio dell’intelligenza artificiale (AI) per rispondere a precise esigenze etiche, consentiranno infine di osservare da vicino l’innovativa applicazione dell’AI per la divulgazione scientifica della comunicazione visiva.

Doppio Sguardo. Riflessioni visive nasce dalle fotografie raccolte durante un progetto di ricerca di cinque anni che ha indagato il ruolo, le norme e gli usi della comunicazione visiva all’interno delle relazioni interpersonali in Svizzera.

Attraverso una narrazione attenta e grazie alla riflessione critica propria della ricerca scientifica, la mostra indaga la discrepanza tra lo stigma negativo associato ai selfie e le importanti funzioni sociali che tali pratiche visive possono avere per il mantenimento delle relazioni interpersonali, promuovendo una maggior comprensione delle pratiche fotografiche contemporanee e ravvivando il dibattito sulla cultura visiva e sulla sua adozione nella vita quotidiana.

Le immagini esposte nell’arco della mostra raccontano storie di vita quotidiana, dove anche le fotografie più semplici si caricano di significati personali che potrebbero non emergere al primo sguardo. Scattare una fotografia si rivela talvolta utile per catturare momenti importanti, sentirsi più vicini quando si è distanti, scherzare e giocare insieme, riscoprire emozioni che pensavamo di aver dimenticato e aiutarci a renderci, talvolta, un po’ meno fragili.

Eppure, scattare un selfie non è così scontato. Per quanto la pratica sia ormai diventata d’uso comune, mettersi in posa di fronte al proprio smartphone è spesso fonte di disagio. Lo sguardo collettivo, spesso fortemente normativo, viene talvolta percepito come giudicante e derisorio, andando così a minare il piacere e l’utilità di scattare una fotografia. E se le immagini diventano stupide, banali e fonte di egocentrismo, allora è forse più facile posare la fotocamera e giudicare chi, nonostante tutto, sceglie di scattarsi una fotografia.

I visitatori saranno invitati a seguire un percorso tematico dove potranno osservare diverse immagini da due prospettive contrastanti. Il doppio sguardo offerto per ogni fotografia consentirà di riflettere sull’incredibile varietà di usi e funzioni che le immagini possono avere all’interno di una relazione. A margine delle fotografie, alcune attività (opzionali) da svolgere in maniera autonoma consentiranno di mettersi in gioco e acquisire maggiore consapevolezza sullo stigma associato a certe pratiche visive e al ruolo positivo che queste possono avere nella nostra vita quotidiana.

Le immagini proposte, rigenerate con l’ausilio dell’intelligenza artificiale (AI) per rispondere a precise esigenze etiche, consentiranno infine di osservare da vicino l’innovativa applicazione dell’AI per la divulgazione scientifica della comunicazione visiva.

Ti aspettiamo alla mostra!